Camminare
Ho camminato per più di 20 chilometri coprendo un dislivello di 1000 metri.
Non ero nelle condizioni fisiche idonee per farlo, me ne rendo conto. Ma alla fine, con molta fatica, ce l'ho fatta. Mi sono sentita inadeguata perchè rallentavo il gruppo e a volte è difficile rendersi conto che il proprio corpo non segue le regole che invece il corpo degli altri sembra capire così bene. La debolezza, i muscoli non allenati, il fatto di non poter più andare in piscina perchè sono iniziate delle perdite che non sai quando smettono nè quando ricominciano. Gli sport troppo faticosi sono fuori questione, ma anche non farne non è l'ideale.
Ho camminato in montagna, per credo circa sette ore, prima in salita e poi in discesa. Il mio corpo mi diceva di fermarmi, ma la mente orgogliosa non ha voluto cedere. Per giorni i muscoli mi hanno fatto male. Quello che volevo era essere come gli altri, ma non lo sono. Ho una malattia e il mio corpo è più debole di quello degli altri, è una realtà che devo accettare. Ma questo non significa che mi arrenderò. Farò ciò che posso. Quando non sono in vacanza cammino molto, soprattutto la sera, a volte per sette o otto chilometri.
Camminare mi aiuta a pensare.
Mi piace camminare nella natura, nei parchi, tra il verde delle foglie e il canto degli uccelli. Sento che quando sono nella natura sto finalmente vivendo nella realtà e soprattutto sto sfidando me stessa, cosa che cerco di fare fin troppo spesso. Dopo l'operazione avevo paura ad uscire da sola, ma quando un passo dopo l'altro mi trovo in mezzo agli alberi, mi sento bene, finalmente libera. Il peso della malattia, della società, delle aspettative, il lavoro, le preoccupazioni, tutto sparisce mentre il verde avvolge i miei occhi e la terra accoglie i miei passi. Quel silenzio vuoto ma pieno mi rende migliore.
Quando sono lì penso, a volte rifletto sul fatto che senza la medicina non sarei sopravvissuta nemmeno nel primo minuto di vita in questo mondo. Ma in qualche modo la natura ha permesso che l'uomo potesse creare delle cure e così mi sento accettata anche se sono malata, diversa e debole. Quando torno a casa mi sento ricaricata, pronta per una nuova giornata. Dalla mia ho una forza che non avrei mai saputo di avere se non avessi dovuto affrontare questa malattia. Non mi arrendo mai e questo a volte è un bene, ma altre non lo è per niente.
Così cammino, nella vita, nel mondo, dentro me stessa, cercando quello che in realtà so di aver già trovato.
E' stato un periodo difficile, sto cercando di superare una crisi esistenziale, l'ennesima. La paura di cambiare, di stare male, di essere sola, di prendere la strada sbagliata mi attanagliano. Non c'è giorno in cui io non pensi di essere una fallita. Ma poi qualcuno mi batte sulla spalla e girandomi vedo quanta strada ho fatto, tutta in salita, attraversando valli e montagne, prati e boschi. In quel momento mi rendo conto che ogni singolo passo è importante perchè sommato agli altri crea il cammino che mi porta lontano. E vado oltre, pensando a quante persone ogni giorno forse si sentono come me e desiderando condividere con loro le scoperte e le esperienze di questa vita.
Domande:
Non ero nelle condizioni fisiche idonee per farlo, me ne rendo conto. Ma alla fine, con molta fatica, ce l'ho fatta. Mi sono sentita inadeguata perchè rallentavo il gruppo e a volte è difficile rendersi conto che il proprio corpo non segue le regole che invece il corpo degli altri sembra capire così bene. La debolezza, i muscoli non allenati, il fatto di non poter più andare in piscina perchè sono iniziate delle perdite che non sai quando smettono nè quando ricominciano. Gli sport troppo faticosi sono fuori questione, ma anche non farne non è l'ideale.
Ho camminato in montagna, per credo circa sette ore, prima in salita e poi in discesa. Il mio corpo mi diceva di fermarmi, ma la mente orgogliosa non ha voluto cedere. Per giorni i muscoli mi hanno fatto male. Quello che volevo era essere come gli altri, ma non lo sono. Ho una malattia e il mio corpo è più debole di quello degli altri, è una realtà che devo accettare. Ma questo non significa che mi arrenderò. Farò ciò che posso. Quando non sono in vacanza cammino molto, soprattutto la sera, a volte per sette o otto chilometri.
Camminare mi aiuta a pensare.
Mi piace camminare nella natura, nei parchi, tra il verde delle foglie e il canto degli uccelli. Sento che quando sono nella natura sto finalmente vivendo nella realtà e soprattutto sto sfidando me stessa, cosa che cerco di fare fin troppo spesso. Dopo l'operazione avevo paura ad uscire da sola, ma quando un passo dopo l'altro mi trovo in mezzo agli alberi, mi sento bene, finalmente libera. Il peso della malattia, della società, delle aspettative, il lavoro, le preoccupazioni, tutto sparisce mentre il verde avvolge i miei occhi e la terra accoglie i miei passi. Quel silenzio vuoto ma pieno mi rende migliore.
Quando sono lì penso, a volte rifletto sul fatto che senza la medicina non sarei sopravvissuta nemmeno nel primo minuto di vita in questo mondo. Ma in qualche modo la natura ha permesso che l'uomo potesse creare delle cure e così mi sento accettata anche se sono malata, diversa e debole. Quando torno a casa mi sento ricaricata, pronta per una nuova giornata. Dalla mia ho una forza che non avrei mai saputo di avere se non avessi dovuto affrontare questa malattia. Non mi arrendo mai e questo a volte è un bene, ma altre non lo è per niente.
Così cammino, nella vita, nel mondo, dentro me stessa, cercando quello che in realtà so di aver già trovato.
E' stato un periodo difficile, sto cercando di superare una crisi esistenziale, l'ennesima. La paura di cambiare, di stare male, di essere sola, di prendere la strada sbagliata mi attanagliano. Non c'è giorno in cui io non pensi di essere una fallita. Ma poi qualcuno mi batte sulla spalla e girandomi vedo quanta strada ho fatto, tutta in salita, attraversando valli e montagne, prati e boschi. In quel momento mi rendo conto che ogni singolo passo è importante perchè sommato agli altri crea il cammino che mi porta lontano. E vado oltre, pensando a quante persone ogni giorno forse si sentono come me e desiderando condividere con loro le scoperte e le esperienze di questa vita.
Domande:
- E' giusto rispettare i limiti del mio corpo? Sì
- Uscirò da questa crisi? Sì
- Mi arrenderò? Mai
Ho scritto questo articolo circa un anno fa, scopri perchè