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Lavoro, lavoro, lavoro

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C'è solo il lavoro nella vita di noi tutti. Forse non proprio tutti. Foto di rawpixel da Pixabay E' un miracolo che io abbia trovato lavoro, ma a volte non mi sento così fortunata . Ieri è stata una bellissima giornata, ho fatto un lavoro che amo e ho azzardato a leggere qualche pagina di un libro durante la pausa pranzo. Un sogno che si avvera. Strane persone, strani sogni. Avevo però questo fastidio sotto la pancia, come un gatto che miagolando possa farti male . Foto di male96 da Pixabay Ovviamente non potevo darlo a vedere, ho fatto quello che potevo per nasconderlo; al massimo sono stata seduta più del solito, ma credo che nessuno potrebbe dire che avessi qualcosa che non andava. Non che mi piaccia fingere , ma molte donne hanno perso il lavoro perchè hanno questa malattia chiamata endometriosi . Come? Beh, avevano visite da fare, operazioni, dolori così forti da costringerle a letto e i giorni di malattia si accumulavano insieme al disappunto di datori

Pace interiore

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Foto di fotografierende da Pexels Da piccola volevo fare la scrittrice. Una storia probabilmente noiosa, perchè già sentita. Ma quando la scrittura ti trascina, quando inizi a scrivere un paio di frasi che ti girano in testa, il fiume delle parole ti porta dove vuole lui. Sai da dove parti ma non sai mai dove arrivi. E' eccitante. Alla fine scopri che tutto aveva un suo senso, che il discorso che volevi articolare aveva un capo e una coda. Forse vale anche per questo viaggio che è la vita. Forse l'inizio, pressocchè uguale per tutti, è solo il principio di una storia che alla fine troverà un suo senso. Lo spero.  Immagine di prettysleepy1 su Pixabay Lo spero perchè l' endometriosi non ha senso. Tutte le malattie non hanno senso. Stai male, spesso soffri molto, se sei fortunato ci devi convivere, se sei sfortunato hai una malattia che ti uccide. Una donna con i dolori lancinanti dell'endometriosi con le unghie piantate nelle piastrelle del p

Ricomincio da qui

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Sono giorni che ho voglia di scrivere, ma non trovo un attimo di tempo. Di cosa vorrei scrivere? Di un nuovo inizio, probabilmente. Ma in realtà sono giorni che penso di scrivere della mia pancia. Sì, avete letto bene. Ho questo palloncino con al centro l'ombelico e non si vuole sgonfiare. Ho provato di tutto e non sono mai riuscita ad ottenere molto. E' un altro inconveniente di avere l'endometriosi, questa assurda malattia. La sincerità mi impone di dire che un pò della pancia è anche grasso, un paio di centimetri credo. Ma la mattina mi sveglio e ci sono solo loro, i due centimetri. Durante il giorno la pancia si gonfia, qualsiasi cosa io mangi, in qualsiasi quantità. Ho fatto test per le allergie, controllato intolleranze, provato ad eliminare cibi. Niente. I ginecologi dicono che non è dovuto all'endometriosi, gli urologi affermano che non può essere dovuto all'operazione che ho subito un paio di anni fa, il gastroenterologo dice che è tutto a posto; a

Benessere

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Ho dovuto rinunciare a scrivere (e a molte altre cose) per diverse settimane. Ho più di un lavoro, ognuno completamente differente l’uno dall’altro e con diversi gradi di stress . Mi è rimasto un solo giorno libero alla settimana, in cui sono così stanca che dormo più di dieci ore. I dolori dell’endometriosi non si fanno sentire grazie alla terapia, ma chi mi dice che tutto questo stress non stia comunque provocando dei danni all’interno del mio corpo? Di sicuro ne sta facendo nella mia vita. Il tempo che passo con le persone ha una qualità maggiore perché apprezzo di più i momenti passati insieme, ma allo stesso tempo la qualità cala dal momento che sono così stanca da trascinarmi. Esagerando si impara. Il benessere di una persona passa dalla qualità della vita che fa, il che è inevitabilmente legato al lavoro , visto il monte ore lavorative richiesto nella nostra società. E' la nostra percezione a plasmare la realtà, è vero, ma esistono dei limiti . Uno dei lav

Pazienza

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Inizio a pensare che desiderare che il tempo scorra veloce richieda una certa dose di follia e di sofferenza. Nessun cambiamento è immediato. La vita è invece proprio la somma di quei momenti che a noi sembrano così inutili, quei momenti tra un grande cambiamento e il successivo. Scopriremo chi siamo solo in quei lunghi silenzi in cui sembra non succedere nulla. La pazienza è fondamentale. Serve per darci il tempo di capire cosa stia succedendo, piuttosto che correre da un punto all'altro della vita senza avere la minima idea di quello che stiamo facendo. Nel caso dell'endometriosi significa aspettare. Perchè in fondo è l'unica cosa che possiamo fare. Aspettare in sala d'attesa, aspettare che ci chiamino per un intervento, attendere al telefono per prenotare una visita, aspettare pazientemente di trovare la cura giusta. Penso che quest'ultima sia la cosa più difficile. Siamo consapevoli che la malattia ci ha cambiate per sempre, che il nostro corpo

Sveglia!

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Mi rigiro nel letto, immersa in un dormiveglia disturbato. In sottofondo un dolore, che sembra più il ricordo di un dolore, ma diventa sempre più reale. Finchè non riesco più a dormire, nè a stare sdraiata, ormai sono sveglia . E mi ricordo che anche questo mese mi è venuto il ciclo e non capisco perchè (vista la terapia). In questi giorni in cui i dolori sono la mia sveglia mi alzo dal letto come uno zombie, camminando leggermente piegata in avanti, cosa che vista dall'esterno è piuttosto divertente.  Ogni passo è una fitta . Poi provo a sedermi e devo stare inclinata neanche fossi la torre di Pisa perchè a sinistra il dolore è troppo forte, perciò il peso lo metto tutto a destra. Faccio colazione, anche se spesso non ho neanche fame e la maggior parte delle volte ho anche la nausea. Praticamente sono una discarica umana. Lo dico scherzando, cerco di sdrammatizzare , di usare l'umorismo per vivere bene una situazione non facile. Ogni volta che ho il cic

Se posso, lo faccio!

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Ormai il mio motto è diventato questo: "Se posso, lo faccio!" Dopo innumerevoli giorni passati a letto con i dolori, mi ero resa conto che non sapevo più cosa significasse stare bene. Le diverse infezioni alle vie urinarie mi avevano portato più volte ad un soggiorno in ospedale e dopo i ricoveri mi ero accorta che ad intervalli regolari appoggiavo la mano sulla fronte per capire se avessi la febbre. Le esperienze di malattia erano ormai entrate nella mia vita quotidiana, tanto che più volte al giorno pensavo solo alla mia condizione. Finchè un giorno non mi sono resa conto che ormai erano mesi che non stavo male e non avevo nè infezioni nè dolori. Stavo bene, avevo le energie per fare molte più cose e la concentrazione per seguirle. Il "silenzio" che arrivava dal mio corpo era quasi strano per me, non vi ero più abituata. Piano piano ho iniziato a testare i miei limiti e ho scoperto con piacevole sorpresa che potevo superare fatiche