Storia di un blog

Avevo aperto un blog su un'altra piattaforma.

Ora ho deciso di trasferire tutto qui, perciò alcuni articoli sono precedenti alla data di pubblicazione che risulta su questo blog. Non voglio dimenticare le sensazioni e le emozioni del passato perchè mi hanno portato al presente.

Circa un anno fa avevo deciso di scrivere quello che non trovavo da nessun'altra parte.
Tutte le donne che parlano dell'endometriosi raccontano, giustamente, dei dolori, della tragica vita che la malattia le porta a vivere, delle operazioni, del senso di abbandono, della solitudine; raccontano la loro disperazione. E in tutto questo non c'è niente di male.

Solo che io mi sono stufata di essere disperata. Non mi fa bene. Non mi fa godere della bellezza della vita.

Circa un anno fa avevo cercato in internet qualcosa tipo "endometriosi lavorare" con lo scopo di capire se con questa malattia potessi convivere e costruirmi una vita più o meno normale o se dovessi abbandonare persino l'idea di poter lavorare e ritrovarmi in un baratro dal quale probabilmente non sarei uscita.

Non trovai nulla.

C'erano solo donne che per colpa di questa malattia avevano perso il lavoro; un argomento da approfondire, certo, ma non quello che stavo cercando.

Cosa cercavo allora?
Cercavo qualcuno che mi raccontasse in quale modo sia possibile coniugare la vita con la malattia, qualcuno che attraverso la sua storia mi dicesse che è possibile.

Un anno fa non trovai nulla. Non ho più cercato.
Ho però creato.
Ho creato un blog in cui fossi io quella persona, perchè in effetti stavo vivendo la mia vita e la malattia e mi stavo creando un'esperienza che mi avrebbe fatto bene condividere. E nel frattempo sarei forse riuscita ad aiutare qualche donna che in internet avrebbe cercato "come convivere con l'endometriosi". Sicuramente avrei aiutato almeno una donna, me stessa.

In realtà, cara donna, ragazza, nessuno te lo può insegnare. Lo impari giorno per giorno, con l'esperienza. Ma forse puoi trarre spunto dalla storia di un'altra donna che con la sua malattia viaggia in questa vita.

Buon viaggio!

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