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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Pace interiore

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Foto di fotografierende da Pexels Da piccola volevo fare la scrittrice. Una storia probabilmente noiosa, perchè già sentita. Ma quando la scrittura ti trascina, quando inizi a scrivere un paio di frasi che ti girano in testa, il fiume delle parole ti porta dove vuole lui. Sai da dove parti ma non sai mai dove arrivi. E' eccitante. Alla fine scopri che tutto aveva un suo senso, che il discorso che volevi articolare aveva un capo e una coda. Forse vale anche per questo viaggio che è la vita. Forse l'inizio, pressocchè uguale per tutti, è solo il principio di una storia che alla fine troverà un suo senso. Lo spero.  Immagine di prettysleepy1 su Pixabay Lo spero perchè l' endometriosi non ha senso. Tutte le malattie non hanno senso. Stai male, spesso soffri molto, se sei fortunato ci devi convivere, se sei sfortunato hai una malattia che ti uccide. Una donna con i dolori lancinanti dell'endometriosi con le unghie piantate nelle piastrelle del p

Ricomincio da qui

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Sono giorni che ho voglia di scrivere, ma non trovo un attimo di tempo. Di cosa vorrei scrivere? Di un nuovo inizio, probabilmente. Ma in realtà sono giorni che penso di scrivere della mia pancia. Sì, avete letto bene. Ho questo palloncino con al centro l'ombelico e non si vuole sgonfiare. Ho provato di tutto e non sono mai riuscita ad ottenere molto. E' un altro inconveniente di avere l'endometriosi, questa assurda malattia. La sincerità mi impone di dire che un pò della pancia è anche grasso, un paio di centimetri credo. Ma la mattina mi sveglio e ci sono solo loro, i due centimetri. Durante il giorno la pancia si gonfia, qualsiasi cosa io mangi, in qualsiasi quantità. Ho fatto test per le allergie, controllato intolleranze, provato ad eliminare cibi. Niente. I ginecologi dicono che non è dovuto all'endometriosi, gli urologi affermano che non può essere dovuto all'operazione che ho subito un paio di anni fa, il gastroenterologo dice che è tutto a posto; a

Benessere

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Ho dovuto rinunciare a scrivere (e a molte altre cose) per diverse settimane. Ho più di un lavoro, ognuno completamente differente l’uno dall’altro e con diversi gradi di stress . Mi è rimasto un solo giorno libero alla settimana, in cui sono così stanca che dormo più di dieci ore. I dolori dell’endometriosi non si fanno sentire grazie alla terapia, ma chi mi dice che tutto questo stress non stia comunque provocando dei danni all’interno del mio corpo? Di sicuro ne sta facendo nella mia vita. Il tempo che passo con le persone ha una qualità maggiore perché apprezzo di più i momenti passati insieme, ma allo stesso tempo la qualità cala dal momento che sono così stanca da trascinarmi. Esagerando si impara. Il benessere di una persona passa dalla qualità della vita che fa, il che è inevitabilmente legato al lavoro , visto il monte ore lavorative richiesto nella nostra società. E' la nostra percezione a plasmare la realtà, è vero, ma esistono dei limiti . Uno dei lav

Pazienza

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Inizio a pensare che desiderare che il tempo scorra veloce richieda una certa dose di follia e di sofferenza. Nessun cambiamento è immediato. La vita è invece proprio la somma di quei momenti che a noi sembrano così inutili, quei momenti tra un grande cambiamento e il successivo. Scopriremo chi siamo solo in quei lunghi silenzi in cui sembra non succedere nulla. La pazienza è fondamentale. Serve per darci il tempo di capire cosa stia succedendo, piuttosto che correre da un punto all'altro della vita senza avere la minima idea di quello che stiamo facendo. Nel caso dell'endometriosi significa aspettare. Perchè in fondo è l'unica cosa che possiamo fare. Aspettare in sala d'attesa, aspettare che ci chiamino per un intervento, attendere al telefono per prenotare una visita, aspettare pazientemente di trovare la cura giusta. Penso che quest'ultima sia la cosa più difficile. Siamo consapevoli che la malattia ci ha cambiate per sempre, che il nostro corpo

Sveglia!

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Mi rigiro nel letto, immersa in un dormiveglia disturbato. In sottofondo un dolore, che sembra più il ricordo di un dolore, ma diventa sempre più reale. Finchè non riesco più a dormire, nè a stare sdraiata, ormai sono sveglia . E mi ricordo che anche questo mese mi è venuto il ciclo e non capisco perchè (vista la terapia). In questi giorni in cui i dolori sono la mia sveglia mi alzo dal letto come uno zombie, camminando leggermente piegata in avanti, cosa che vista dall'esterno è piuttosto divertente.  Ogni passo è una fitta . Poi provo a sedermi e devo stare inclinata neanche fossi la torre di Pisa perchè a sinistra il dolore è troppo forte, perciò il peso lo metto tutto a destra. Faccio colazione, anche se spesso non ho neanche fame e la maggior parte delle volte ho anche la nausea. Praticamente sono una discarica umana. Lo dico scherzando, cerco di sdrammatizzare , di usare l'umorismo per vivere bene una situazione non facile. Ogni volta che ho il cic

Se posso, lo faccio!

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Ormai il mio motto è diventato questo: "Se posso, lo faccio!" Dopo innumerevoli giorni passati a letto con i dolori, mi ero resa conto che non sapevo più cosa significasse stare bene. Le diverse infezioni alle vie urinarie mi avevano portato più volte ad un soggiorno in ospedale e dopo i ricoveri mi ero accorta che ad intervalli regolari appoggiavo la mano sulla fronte per capire se avessi la febbre. Le esperienze di malattia erano ormai entrate nella mia vita quotidiana, tanto che più volte al giorno pensavo solo alla mia condizione. Finchè un giorno non mi sono resa conto che ormai erano mesi che non stavo male e non avevo nè infezioni nè dolori. Stavo bene, avevo le energie per fare molte più cose e la concentrazione per seguirle. Il "silenzio" che arrivava dal mio corpo era quasi strano per me, non vi ero più abituata. Piano piano ho iniziato a testare i miei limiti e ho scoperto con piacevole sorpresa che potevo superare fatiche

(Non avere) Paura di uscire

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Ho sentito dire ad alcune donne con la mia stessa malattia che hanno paura di uscire di casa. Temono di stare male mentre sono da qualche parte, per strada o al supermercato. Sono donne che hanno spesso dolori e che sanno che ogni volta che questi terminano non si può sapere con certezza quando torneranno. Condividevo la stessa paura. Anni di psicoterapia mi hanno permesso di capire che non posso e non voglio rinunciare alla vita , a tutte le possibilità che mi offre solo perché potrei stare male. Ma comprendo molto bene queste donne e non le biasimo, io stessa ho provato sulla mia pelle il terrore atroce che questa malattia (e certamente molte altre) ti lasciano addosso. Non riesci a rimanere da sola perché se dovessi stare male non sapresti come uscire da una situazione in cui l’unica persona su cui puoi contare è piegata in due dal dolore. Ma una strada affollata non è forse proprio il posto in cui vorresti trovarti in quel momento? Confido nelle persone, non in

Camminare

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Ho camminato per più di 20 chilometri coprendo un dislivello di 1000 metri. Non ero nelle condizioni fisiche idonee per farlo, me ne rendo conto. Ma alla fine, con molta fatica, ce l'ho fatta. Mi sono sentita inadeguata perchè rallentavo il gruppo e a volte è difficile rendersi conto che il proprio corpo non segue le regole che invece il corpo degli altri sembra capire così bene. La debolezza, i muscoli non allenati, il fatto di non poter più andare in piscina perchè sono iniziate delle perdite che non sai quando smettono nè quando ricominciano. Gli sport troppo faticosi sono fuori questione, ma anche non farne non è l'ideale. Ho camminato in montagna, per credo circa sette ore, prima in salita e poi in discesa. Il mio corpo mi diceva di fermarmi, ma la mente orgogliosa non ha voluto cedere. Per giorni i muscoli mi hanno fatto male. Quello che volevo era essere come gli altri, ma non lo sono. Ho una malattia e il mio corpo è più debole di quello degli altri, è

A casa

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Non è facile rimanere da sole a casa quando si sta male. Oltre ai dolori ci sono i pensieri con noi. A volte la malattia ti costringe a fare i conti con te stessa e in un modo o nell'altro sembra sempre averla vinta. Le donne però sono incredibili e lo so che sembra una frase banale uscita da una canzone commerciale, ma sono forti. Ho visto donne malate prendere antidolorifici ed andare al lavoro, giocare con i loro figli, cercare di curarsi e truccarsi solo per riuscire a sentirsi di nuovo donne. Devo essere onesta, io a volte non ci riesco. Mi guardo allo specchio e vedo solo una donna malata e abbattuta. Stare a casa con le mie paturnie è devastante e la solitudine riempie gli spazi vuoti facendoli diventare quasi tangibili. Persino per me è difficile stare con me stessa a volte, vorrei solo prendermi una lunga pausa. Ma poi mi rendo conto che non è me che voglio abbandonare, bensì la mia malattia, la condizione in cui mi costringe a vivere, le paure che mi incoll

E' difficile lavorare quando hai una malattia cronica...

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Faccio un lavoro part time che non richiede grande sforzo fisico, visto che sto seduta davanti ad un pc. Ma mai avrei potuto pensare che stare seduta potesse diventare un incubo! Quando avevo il ciclo o alcuni dei miei simpatici dolori, non riuscivo a stare seduta. Mi alzavo, provavo a piegare una gamba e sedermici sopra, a stare in piedi, a camminare per un pò, ma spesso era tutto inutile. La cosa peggiore è alzarsi la mattina e sentire quel fastidio pungente nel basso ventre, come se uno gnomo stesse scavando per cercare l'oro. Ovviamente bisogna comunque andare al lavoro, quindi tra un dolore, un respiro profondo e qualche parolaccia ti prepari. Nel mio caso non posso prendere nessun antidolorifico se non la tachipirina, perciò sono fregata. Ci vogliono almeno 40 minuti perchè faccia effetto e spesso non agisce neppure. Finalmente arrivi al lavoro e hai appena trovato la posizione ideale quando il tuo capo ti chiama, devi rispondere al citofono o semplicemente

L'endometriosi

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L'endometriosi Ci sono molti siti che spiegano cosa sia l'endometriosi e potete leggere tutto quello che volete su questa malattia. In sostanza alcune cellule della parete più interna dell'utero (endometrio) che normalmente si stacca durante il ciclo mestruale, nell'endometriosi finiscono all'interno del corpo della donna. Queste cellule si possono attaccare a vari organi e si attivano durante il ciclo, creando infiammazioni, aderenze, sanguinamento. Se volete sapere qualcosa di più specifico e tecnico sulla questione potete trovare informazioni su molti siti. Per esempio qui Questa malattia è stata scoperta di recente e cause e cure non sono ancora state delineate con certezza. Per questo molte donne ottengono una diagnosi dopo molti anni. Trafile, burocrazia, esami di ogni genere, costi, dolori, conseguenze, interventi sono solo alcune delle pene che affliggono le donne affette da questa malattia. Poi c'è tutta la parte psicologica della paura,